ACART – Masterclass – Monica Finco, Kataljn Gajdos. SAN GEMINI – TERNI

 

Esposizione e Prova FLAUTI BRICCIALDI

con la partecipazione delle vincitrici del concorso Agimus di Padova – Aleksandra Janowska e Monika Kruk (Polonia)

Per informazioni rivolgersi ad ASSOCIAZIONE ACART:

Monica Finco e Katalin Gajdos

Costo frequenza
€ 200,00

Date
dal 22 al 26 luglio 2015

Termine Iscrizioni
30 giugno 2015
I corsi si realizzano con un min. 5 iscritti.

Masterclass Flauto traverso

Monica Finco
Veneziana, avviata allo studio del flauto da Pasquale Rispoli a 10 anni, si diploma presso il Conservatorio B.Marcello di Venezia alla scuola di Guido Novello completando successivamente la propria formazione con R.Greiss, A.Marion e Conrad Klemm, flautista e didatta svizzero, sua guida tecnica e stilistica per diversi anni, attraverso il quale conosce ed acquisisce, tra l’altro, il metodo Alexander.
Inizia la carriera concertistica a soli 17 anni producendosi a tutt’oggi come solista ed in variegate formazioni cameristiche effettuando numerosi concerti per conto di istituzioni prestigiose (Gioventù Musicale d’Italia, Agimus, Rai di Venezia, Trieste, Milano, Torino, Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Società Alessandro Scarlatti di Napoli, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Verdi di Trieste, Théâtre Municipal de Bordeaux) e nell’ambito di manifestazioni quali Settembre Musica di Torino, i concerti dell’Auditorium Verdi di Milano, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Salzburger Festspiele, Festival Santo Stefano a Bologna, Guldener Herbst-Festival Alter Musik
(Turingia, Germania).Nel 2004 è stata ospite del Festival di Lille durante le manifestazioni per la nomina annuale della città a capitale europea della cultura. Ha suonato anche in Svizzera, Montenegro, Egittto, Slovenia, Belgio, Olanda e Spagna. Ha fatto parte delle orchestre del Teatro La Fenice di Venezia, Filarmonia Regionale Veneta, Sinfonica di Sanremo.
Diversi i premi ricevuti a concorsi nazionali ed internazionali.
Attiva nel settore della musica contemporanea, è stata interprete di prime esecuzioni
Numerose le interviste rilasciate ad emittenti radiofoniche, televisive ed a riviste di settore.
Da 35 anni è impegnata in un’importante e riconosciuta attività didattica svolta presso i conservatori di musica italiani; dal 2004 è professore di flauto al Benedetto Marcello di Venezia.
Tiene regolarmente masterclasses in Italia e all’estero ed è sovente componente di giuria a concorsi nazionali ed internazionali di esecuzione.
Di recente uscita, ha registrato in duo con la pianista Mariarosa Pozzi il Cd relativo al metodo “ 12 studi dai nomi improbabili “ di Giorgio Tortora pubblicato da Sinfonica Edizioni Musicali-Milano.
Monica Finco è artista testimonial del marchio FLAUTI BRICCIALDI ITALIA.
Il suo profilo professionale è inserito nella prima applicazione esistente per smartphones dedicata al flauto (generata negli Stati Uniti) e nella sezione Famous Flutists, si trova accanto ai nomi che hanno fatto la storia del strumento.

Katalin Gajdos
Ha iniziato i suoi studi musicali a Budapest, sua città natale, sotto la guida del M°. K.Vaszlik.
Trasferitasi in Italia si è diplomata nel 1996 in flauto traverso con il M° A.Carraro e nel 2004 in didattica della musica presso il Conservatorio “A.Pedrollo” di Vicenza.
Ha seguito i corsi di perfezionamento con il M° J.Bàlint, con il M° M.Finco, e con il M° K.Klemm
Ha suonato come primo flauto con l’orchestra “Accademia Bach” di Padova.
Attualmente ricopre il ruolo di primo flauto nell’orchestra da camera “Società musicale” sotto la guida del M° C. Gubert. Docente del 5° Weekend del flauto a Lucca, con i maestri M.Finco, M.Caroli, R.Ghiani e W.Menichini.
È docente di flauto traverso nella scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale Regina Margherita di Piove di Sacco, e presso l’Associazione Musicale “Il Pentagramma”. Si occupa inoltre di propedeutica musicale in alcune scuole d’infanzia primarie e primarie della provincia di Padova.

Marco Felicioni – Il canto del vento – Venezia

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CONSERVATORIO DI VENEZIA – 23 maggio 2015
Seminario
IL CANTO DEL VENTO
In esposizione 100 flauti storici ed etnici.
La storia del flauto dalle origini ai giorni nostri.
Docente: MARCO FELICIONI
 
Ore 12-14 Andrea e Davide Scala TECNICI BRICCIALDI
faranno un check gratuito agli strumenti dei partecipanti e daranno consigli su manutenzione e soluzioni migliorative.
Ore 14-15,30 MARCO FELICIONI sarà relatore di
IL CANTO DEL VENTO
conferenza sulla storia del flauto dalle origini ai giorni nostri
Ore 15,45– presentazione del volume IL CANTO DEL VENTO, autore Marco Felicioni (LULU PRESS, 2015)
Ore 16,30-concerto di MARCO FELICIONI su flauti storici ed etnici.

DAVIDE FORMISANO Masterclass Sponsored by Briccialdi Flutes

VENEZIA: 16-18 Aprile 2015

Esposizione e Prova FLAUTI BRICCIALDI durante la master tenuta dal M° Davide Formisano

Durante la manifestazione sarà allestito un seminario su COSTRUZIONE E MANUTENZIONE
del flauto tenuto dai tecnici Briccialdi Andrea e Davide SCALA (ex Powell – Selmer)
Presentazione e prova dei nuovi modelli professionali Briccialdi “7801” – “9612”

16, 17, 18 aprile
Masterclass di flauto
Docente: DAVIDE FORMISANO
 
16 aprile ore 18
Recital
DAVIDE FORMISANO, flauto
ELISABETTA BÓCCHESE, pianoforte
Musiche di A.Dvorak, F.Martin, H.Dutilleux, P. de Sarasate
in collaborazione con l’associazione Amici del conservatorio Benedetto Marcello

DAVIDE FORMISANO 

Davide Formisano è nato nel 1974 a Milano, dove si è diplomato col massimo dei voti e la lode sotto la guida del M° Carlo Tabarelli, perfezionandosi in seguito con i maestri Glauco Cambursano, Bruno Cavallo, Jean Claude Gerard presso la Musikhochschule di Stoccarda ed Aurele Nicolet a Basilea, il quale influenzerà fortemente il suo gusto musicale.

A diciassette anni si pone all’attenzione di Sir James Galway e Patrick Gallois, anche loro fondamentali nella sua formazione flautistica e musicale.

Giovanissimo, si aggiudica il Primo Premio al Concorso “G. Galilei” di Firenze ed al Concorso Internazionale di Stresa, ottenendo successivamente prestigiosi riconoscimenti presso tutti i più autorevoli concorsi internazionali. Diciassettenne, si presenta al IV Concorso Jean-Pierre Rampal di Parigi e consegue il Prix Special du Jury, ottenendo negli anni seguenti il Primo Premio al Concorso Internazionale di Budapest ed il Secondo Premio, con primo non assegnato, al concorso ARD di Monaco di Baviera.

Primo flautista italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti, Davide Formisano aveva già suonato giovanissimo con le più importanti compagini giovanili europee, come l’Orchestra Giovanile Italiana, lo Schleswig-Holstein Festival Orchester e la European Community Youth Orchestra, diretta da maestri del calibro di Lorin Maazel, Carlo Maria Giulini e Kurt Sanderling.
Nel 1995 ottiene il posto di Flauto solista nella Filarmonisches Staatorchester di Amburgo, ricoprendo nel 1996 lo stesso ruolo presso la Netherlands Radio Philarmonic Orchestra. Dal marzo 1997 al luglio 2012 è Primo Flauto Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala e dell’omonima Filarmonica. L’attività in seno all’Orchestra Filarmonica della Scala gli ha permesso di collaborare con direttori di fama mondiale, quali Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Wolfgang Savallisch, Valery Gergev, Myung wun Chung, George Pretre e Giuseppe Sinopoli, Riccardo Muti, Gustavo Dudamel, Daniel Harding, Daniel Baremboim, Daniele Gatti e Riccardo Chailly.

Nel luglio 2012 decide di lasciare tale posizione per poter dedicarsi a pieno alla sua attività cameristica, Solistitica e didattica.

Davide Formisano ha accostato al ruolo di professore d’orchestra una brillante e crescente carriera cameristica e solistica, esibendosi in Europa, Asia, Nord America ed America Latina con partners del calibro di Bruno Canino, Radovan Vlatkovic, Phillipp Moll, Sergio Azzolini, Fabio Biondi, Daniel Barenboim, Riccardo Muti, James Galway, Philippe Entremont, Thomas Sanderling e accompagnato da orchestre quali Bayerischer Rundfunk, Dresdner Kapellsolisten, Orchestra Filarmonica della Scala, Filarmonica di S. Pietroburgo e Tonhalle Ensemble di Zurigo, I Cameristi della Scala, Basel Rundfunk Orchester, Badische Staatskappelle.

Accolto sempre con grande successo dal pubblico, la stampa italiana e tedesca si è così espressa , in occasione di alcuni concerti con l’ensemble Dresdner Kappelsolisten: “Un flauto magico strega l’Auditorium” (Il Messaggero, Roma); “… un solista italiano, ospite del gruppo… che ha letteralmente trascinato i suoi partners con uno slancio ed una felicità interpretative fuori dal comune, esibendo un suono meraviglioso ed una proprietà stilistica indiscutibile…” (La Repubblica, Firenze), “Semplice gioia nel suonare” (Frankfurt Allegemeine), “… perchè non ha solo precisione, magnifico controllo del fiato e un suono sempre sicuro e rotondo… è un musicista che sa dare espressione a tutto… introdotti da Formisano come un’illuminazione improvvisa e felice” (la Stampa).

Nel 1998 e 1999 partecipa ai Festivals di Lucerna, St. Moritz, Basilea, Neuchátel, Rheingau e Bad Wörishofen. In Italia ha suonato a Siena con il pianista Phillip Moll, a Milano per le “Serate Musicali” e a Firenze per gli “Amici della Musica” con Bruno Canino, e a Ravenna con alcuni Solisti dei “Wiener Philarmoniker” ed il M° Riccardo Muti al pianoforte. Dal 2000 al 2002, Davide Formisano è stato ospite in numerosi festival in Svizzera (Baden ed a Lucerna) e in Germania (Würzburg, Neumarkt e Rügen).

Nel 2003 esegue Il concerto di Jaques Ibert con l’ orchestra della radio di Basilea dal quale realizzerà un cd live.

Nel 2004 si esibisce da solista con l’Orchestra Filarmonica della Scala durante una tournè mondiale.

Nel 2007 vince il concorso presso la prestigiosa Hochschule fuer musik di Stoccarda in Germania diventandone “Haupt professor”.

Nel 2009, in occasione della convention americana a New York, si esibisce nella serata inaugurale davanti a 3000 persone che entusiaste lo ringrazieranno con una standing ovation.

Nel 2010 suona il concerto di Mozart in re nella prestigiosa “Goldener saal” di Vienna.

Il 2011 lo vede impegnato in numerosi concerti e masterclass: ad Istanbul esegue il concerto in mi minore di Mercadante ed a Caracas, primo flautista italiano invitato dal famoso “Sistema Venezuelano” riscuote un enorme successo accompagnato dall’ orchestra “Simon Bolivar”.

La Badische Staatskappelle lo invita nel maggio 2011 ad eseguire il concerto di Mozart riscuotendo un successo di pubblico e critica clamoroso.

È stato protagonista di numerose tournèe in Giappone, durante le quali si è esibito al Festival Internazione di Fuji, allo Yamanami Music Festival, fino al recente debutto alla prestigiosa sala Bunka-Kaikan di Tokyo e al Metropolitan Art Space, insieme al pianista Phillipp Moll.
Ha già inciso l’integrale dei Quartetti di Mozart per flauto ed archi con il Quartetto Tartini, un Recital live con pianoforte in occasione del debutto alle Settimane Musicali di Lucerna, un cd su arie di opere italiane accompagnato da Phillipp Moll, in collaborazione con Sergio Azzolini e J. C. Gerard.

Davide Formisano tiene regolarmente delle Master Class presso l’Academie d’Etè di Nizza e presso l’Hamamatsu Music Festival in Giappone.

Davide Formisano è nato nel 1974 a Milano, dove si è diplomato col massimo dei voti e la lode sotto la guida del M° Carlo Tabarelli, perfezionandosi in seguito con i maestri Glauco Cambursano, Bruno Cavallo, Jean Claude Gerard presso la Musikhochschule di Stoccarda ed Aurele Nicolet a Basilea, il quale influenzerà fortemente il suo gusto musicale.

A diciassette anni si pone all’attenzione di Sir James Galway e Patrick Gallois, anche loro fondamentali nella sua formazione flautistica e musicale.

Giovanissimo, si aggiudica il Primo Premio al Concorso “G. Galilei” di Firenze ed al Concorso Internazionale di Stresa, ottenendo successivamente prestigiosi riconoscimenti presso tutti i più autorevoli concorsi internazionali. Diciassettenne, si presenta al IV Concorso Jean-Pierre Rampal di Parigi e consegue il Prix Special du Jury, ottenendo negli anni seguenti il Primo Premio al Concorso Internazionale di Budapest ed il Secondo Premio, con primo non assegnato, al concorso ARD di Monaco di Baviera.

Primo flautista italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti, Davide Formisano aveva già suonato giovanissimo con le più importanti compagini giovanili europee, come l’Orchestra Giovanile Italiana, lo Schleswig-Holstein Festival Orchester e la European Community Youth Orchestra, diretta da maestri del calibro di Lorin Maazel, Carlo Maria Giulini e Kurt Sanderling.
Nel 1995 ottiene il posto di Flauto solista nella Filarmonisches Staatorchester di Amburgo, ricoprendo nel 1996 lo stesso ruolo presso la Netherlands Radio Philarmonic Orchestra. Dal marzo 1997 al luglio 2012 è Primo Flauto Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala e dell’omonima Filarmonica. L’attività in seno all’Orchestra Filarmonica della Scala gli ha permesso di collaborare con direttori di fama mondiale, quali Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Wolfgang Savallisch, Valery Gergev, Myung wun Chung, George Pretre e Giuseppe Sinopoli, Riccardo Muti, Gustavo Dudamel, Daniel Harding, Daniel Baremboim, Daniele Gatti e Riccardo Chailly.

Nel luglio 2012 decide di lasciare tale posizione per poter dedicarsi a pieno alla sua attività cameristica, Solistitica e didattica.

Davide Formisano ha accostato al ruolo di professore d’orchestra una brillante e crescente carriera cameristica e solistica, esibendosi in Europa, Asia, Nord America ed America Latina con partners del calibro di Bruno Canino, Radovan Vlatkovic, Phillipp Moll, Sergio Azzolini, Fabio Biondi, Daniel Barenboim, Riccardo Muti, James Galway, Philippe Entremont, Thomas Sanderling e accompagnato da orchestre quali Bayerischer Rundfunk, Dresdner Kapellsolisten, Orchestra Filarmonica della Scala, Filarmonica di S. Pietroburgo e Tonhalle Ensemble di Zurigo, I Cameristi della Scala, Basel Rundfunk Orchester, Badische Staatskappelle.

Accolto sempre con grande successo dal pubblico, la stampa italiana e tedesca si è così espressa , in occasione di alcuni concerti con l’ensemble Dresdner Kappelsolisten: “Un flauto magico strega l’Auditorium” (Il Messaggero, Roma); “… un solista italiano, ospite del gruppo… che ha letteralmente trascinato i suoi partners con uno slancio ed una felicità interpretative fuori dal comune, esibendo un suono meraviglioso ed una proprietà stilistica indiscutibile…” (La Repubblica, Firenze), “Semplice gioia nel suonare” (Frankfurt Allegemeine), “… perchè non ha solo precisione, magnifico controllo del fiato e un suono sempre sicuro e rotondo… è un musicista che sa dare espressione a tutto… introdotti da Formisano come un’illuminazione improvvisa e felice” (la Stampa).

Nel 1998 e 1999 partecipa ai Festivals di Lucerna, St. Moritz, Basilea, Neuchátel, Rheingau e Bad Wörishofen. In Italia ha suonato a Siena con il pianista Phillip Moll, a Milano per le “Serate Musicali” e a Firenze per gli “Amici della Musica” con Bruno Canino, e a Ravenna con alcuni Solisti dei “Wiener Philarmoniker” ed il M° Riccardo Muti al pianoforte. Dal 2000 al 2002, Davide Formisano è stato ospite in numerosi festival in Svizzera (Baden ed a Lucerna) e in Germania (Würzburg, Neumarkt e Rügen).

Nel 2003 esegue Il concerto di Jaques Ibert con l’ orchestra della radio di Basilea dal quale realizzerà un cd live.

Nel 2004 si esibisce da solista con l’Orchestra Filarmonica della Scala durante una tournè mondiale.

Nel 2007 vince il concorso presso la prestigiosa Hochschule fuer musik di Stoccarda in Germania diventandone “Haupt professor”.

Nel 2009, in occasione della convention americana a New York, si esibisce nella serata inaugurale davanti a 3000 persone che entusiaste lo ringrazieranno con una standing ovation.

Nel 2010 suona il concerto di Mozart in re nella prestigiosa “Goldener saal” di Vienna.

Il 2011 lo vede impegnato in numerosi concerti e masterclass: ad Istanbul esegue il concerto in mi minore di Mercadante ed a Caracas, primo flautista italiano invitato dal famoso “Sistema Venezuelano” riscuote un enorme successo accompagnato dall’ orchestra “Simon Bolivar”.

La Badische Staatskappelle lo invita nel maggio 2011 ad eseguire il concerto di Mozart riscuotendo un successo di pubblico e critica clamoroso.

È stato protagonista di numerose tournèe in Giappone, durante le quali si è esibito al Festival Internazione di Fuji, allo Yamanami Music Festival, fino al recente debutto alla prestigiosa sala Bunka-Kaikan di Tokyo e al Metropolitan Art Space, insieme al pianista Phillipp Moll.
Ha già inciso l’integrale dei Quartetti di Mozart per flauto ed archi con il Quartetto Tartini, un Recital live con pianoforte in occasione del debutto alle Settimane Musicali di Lucerna, un cd su arie di opere italiane accompagnato da Phillipp Moll, in collaborazione con Sergio Azzolini e J. C. Gerard.

Davide Formisano tiene regolarmente delle Master Class presso l’Academie d’Etè di Nizza e presso l’Hamamatsu Music Festival in Giappone.

Davide Formisano - Flauti Briccialdi

Fabio Pupillo, Giampaolo Pretto – Dentro il Suono

MASTERCLASS M° FABIO PUPILLO – DENTRO IL SUONO (un metodo ideato da G.Pretto)
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VENEZIA – 17 Gennaio 2015

Esposizione e Prova Flauti Briccialdi

dentro_il_suono

IL PROGETTO

Il progetto Dentro Il Suono, o DILS, si propone di creare una Scuola basata sull’applicazione del metodo illustrato dal libro omonimo. Tutto ciò consolidando qualcosa che, di fatto, esiste già da molti anni: come vissuto comune e quotidiano nell’approccio al suono di moltissimi ex-allievi di Giampaolo Pretto, divenuti professionisti nei campi del concertismo e della didattica, e dei loro allievi. L’idea di fondo è che nell’ alto artigianato – cui l’esecuzione musicale, di fatto, appartiene – il concetto di “bottega” possa essere beneficamente ripreso. La bottega come luogo in cui qualcuno, che per età ed esperienza vissuta sul campo ha qualcosa da trasmettere e desidera farlo, istruisce altre persone, più giovani – e dotate spesso di ancor più talento – che desiderino imparare e siano pronte a lavorare molto. Per far sì che ciò avvenga, il “maestro di bottega” deve fare soprattutto una cosa: cercare di mettere le persone al centro del progetto di apprendimento. Esse hanno il vantaggio di imparare; il maestro quello di contare sul fatto che, aiutandoli ad affinare i loro colori e sviluppando le loro capacità, essi sapranno poi rinnovare, arricchendola con la propria personalità nel frattempo evolutasi, la bottega stessa: che diventerà presto un po’ diversa e probabilmente migliore, affondando le radici però nel medesimo terreno.

Molto concretamente, DILS si propone di contrarre con lo studente un patto formativo leale: chi insegna deve cercare di capire esattamente di cosa l’allievo necessiti; chi apprende deve accettare di fidarsi, senza mai naturalmente perdere il proprio senso critico, del percorso che gli viene prospettato, attivando un lavoro molto approfondito.

Ecco quindi come nasce il DILS: è una didattica integrata svolta da un’équipe di persone che condividono tanto il punto di partenza che gli obiettivi finali, nell’interesse degli allievi.

Il primo passo per l’avvio di un lavoro nel DILS è la conoscenza dello studente: capire cosa sa fare, quali sono i punti di forza e di debolezza. Questo richiede uno o più incontri preliminari di analisi della situazione. Poi si tratta di capire quale sia il percorso formativo più concreto, utile, veloce per lui o per lei: in questa fase viene scelto dai docenti DILS il livello d’ingresso più idoneo per ciascuno (Dils 1, 2 o 3). La fase finale è mettere in moto questo percorso e monitorarlo: per forza di cose parte dell’itinerario non può essere fatto con il maestro di bottega, perché il tempo non gli basta: starà a lui indicare allo studente chi è la persona o le persone, che godano della sua fiducia, con la quale questo percorso vada fatto prioritariamente, specie all’inizio, sotto la sua (del maestro) diretta supervisione: ecco quindi concretizzarsi l’apporto dei co-docenti.

Queste, quindi, le peculiarità del progetto didattico DILS, che si sviluppa su tre moduli: Dils 1, Dils 2 e Dils 3.

Il Dils1 consiste nell’apprendimento della metodologia DILS attraverso il più attento e meticoloso studio del metodo, passando in rassegna la quasi totalità degli esercizi in esso contenuti, per riuscire a padroneggiarli con facilità, cercando di affrontare tutte i problemi inerenti la pura emissione del suono. Altro obiettivo del Dils 1, quando è rivolto agli insegnanti, è proprio la formazione dei docenti stessi per dotarli degli strumenti necessari ad insegnare a loro volta il metodo ai propri allievi: se e quando il percorso viene giudicato idoneo e sufficiente, si prevede il rilascio di una certificazione DILS ai nuovi docenti, che entrano in tal modo a far parte anch’essi della bottega.

Il Dils 2 si rivolge a coloro che devono ancora perfezionare e/o consolidare la propria tecnica flautistica, ma che già praticano con una certa regolarità studi sul suono affini alla modalità DILS. Per loro si tratta, sostanzialmente, dell’applicazione circostanziata, passo dopo passo, del metodo stesso collocato all’interno del repertorio flautistico, sia esso solistico, cameristico o orchestrale.

Il Dils3, infine, corrisponde in tutto e per tutto a un corso di perfezionamento avanzato, e si basa sullo studio analitico e profondo del repertorio più vasto, per la preparazione di concerti, concorsi, e per la costruzione passo passo di un reale controllo della letteratura più importante riservata al flauto. A tale livello possono accedere solo coloro che hanno già risolto, preferibilmente ma non necessariamente attraverso la tecnica DILS, la massima parte dei problemi inerenti la tecnica generale, sia digitale che d’emissione. Tale livello viene tenuto esclusivamente dal docente principale, con la collaborazione di alcuni codocenti, per uno sviluppo, all’interno di una lezione a parte, delle problematiche strumentali che volta per volta dovessero ancora emergere.

Si è diplomato sotto la guida della prof.ssa M. Finco al Conservatorio di Vicenza. Successivamente si è perfezionato con i maestri R. Guiot, C. Klemm E. Caroli e P. Wavre. Di fondamentale importanza per la sua formazione musicale è stato l’incontro con il M° G. Pretto, del quale oggi è co-docente all’interno del progetto didattico ‘Dentro il Suono’. Già primo flauto della Giovane Sinfonietta Italiana sotto la guida dei maestri P. Borgonovo e L. Spierer, ha collaborato con importanti compagini orchestrali tra le quali Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, Filarmonia Veneta di Treviso, Orchestra Sinfonica di Mosca, Orchestra da Camera ‘Lorenzo Da Ponte’, I Solisti Italiani. Per dieci anni ha fatto parte dell’ Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza ricoprendo tutti i ruoli.

È stato premiato in diversi concorsi flautistici ed ha registrato per diverse etichette discografiche. Ha eseguito Soliloquio di Louis de Pablo trasmesso da Radio Tre Suite ed ha collaborato attivamente con molti prestigiosi compositori contemporanei.

Ha partecipato, come primo flauto alla tournée dell’Orchestra di Venezia in Giappone, suonando in alcune fra le più prestigiose sale da concerto nipponiche.

Nel 2001 ha fondato l’Ensemble Musagète formazione cameristica inserita a pieno titolo nel panorama musicale italiano, realizzando decine di concerti e presentando centinai di programmi diversi (www.ensemblemusagete.it). Nell’ambito cameristico si è esibito con artisti del calibro di G.Guglielmo, S. Tchakerian, M. Brunello, T. Campagnaro, B. Canino, S.Schilli e molti altri.

Nel 2003 ha vinto una borsa di studio come ricercatore presso l’Istituto Musica della Fondazione “G. Cini” di Venezia e l’anno successivo si è laureato cum laude all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. È docente di flauto presso il Liceo Musicale “C. Montanari” di Verona.

Fabio Pupillo è certificato da Giampaolo Pretto per i moduli Dils 1 e Dils 2

IL PROGETTO

Il progetto Dentro Il Suono, o DILS, si propone di creare una Scuola basata sull’applicazione del metodo illustrato dal libro omonimo. Tutto ciò consolidando qualcosa che, di fatto, esiste già da molti anni: come vissuto comune e quotidiano nell’approccio al suono di moltissimi ex-allievi di Giampaolo Pretto, divenuti professionisti nei campi del concertismo e della didattica, e dei loro allievi. L’idea di fondo è che nell’ alto artigianato – cui l’esecuzione musicale, di fatto, appartiene – il concetto di “bottega” possa essere beneficamente ripreso. La bottega come luogo in cui qualcuno, che per età ed esperienza vissuta sul campo ha qualcosa da trasmettere e desidera farlo, istruisce altre persone, più giovani – e dotate spesso di ancor più talento – che desiderino imparare e siano pronte a lavorare molto. Per far sì che ciò avvenga, il “maestro di bottega” deve fare soprattutto una cosa: cercare di mettere le persone al centro del progetto di apprendimento. Esse hanno il vantaggio di imparare; il maestro quello di contare sul fatto che, aiutandoli ad affinare i loro colori e sviluppando le loro capacità, essi sapranno poi rinnovare, arricchendola con la propria personalità nel frattempo evolutasi, la bottega stessa: che diventerà presto un po’ diversa e probabilmente migliore, affondando le radici però nel medesimo terreno.

Molto concretamente, DILS si propone di contrarre con lo studente un patto formativo leale: chi insegna deve cercare di capire esattamente di cosa l’allievo necessiti; chi apprende deve accettare di fidarsi, senza mai naturalmente perdere il proprio senso critico, del percorso che gli viene prospettato, attivando un lavoro molto approfondito.

Ecco quindi come nasce il DILS: è una didattica integrata svolta da un’équipe di persone che condividono tanto il punto di partenza che gli obiettivi finali, nell’interesse degli allievi.

Il primo passo per l’avvio di un lavoro nel DILS è la conoscenza dello studente: capire cosa sa fare, quali sono i punti di forza e di debolezza. Questo richiede uno o più incontri preliminari di analisi della situazione. Poi si tratta di capire quale sia il percorso formativo più concreto, utile, veloce per lui o per lei: in questa fase viene scelto dai docenti DILS il livello d’ingresso più idoneo per ciascuno (Dils 1, 2 o 3). La fase finale è mettere in moto questo percorso e monitorarlo: per forza di cose parte dell’itinerario non può essere fatto con il maestro di bottega, perché il tempo non gli basta: starà a lui indicare allo studente chi è la persona o le persone, che godano della sua fiducia, con la quale questo percorso vada fatto prioritariamente, specie all’inizio, sotto la sua (del maestro) diretta supervisione: ecco quindi concretizzarsi l’apporto dei co-docenti.

Queste, quindi, le peculiarità del progetto didattico DILS, che si sviluppa su tre moduli: Dils 1, Dils 2 e Dils 3.

Il Dils1 consiste nell’apprendimento della metodologia DILS attraverso il più attento e meticoloso studio del metodo, passando in rassegna la quasi totalità degli esercizi in esso contenuti, per riuscire a padroneggiarli con facilità, cercando di affrontare tutte i problemi inerenti la pura emissione del suono. Altro obiettivo del Dils 1, quando è rivolto agli insegnanti, è proprio la formazione dei docenti stessi per dotarli degli strumenti necessari ad insegnare a loro volta il metodo ai propri allievi: se e quando il percorso viene giudicato idoneo e sufficiente, si prevede il rilascio di una certificazione DILS ai nuovi docenti, che entrano in tal modo a far parte anch’essi della bottega.

Il Dils 2 si rivolge a coloro che devono ancora perfezionare e/o consolidare la propria tecnica flautistica, ma che già praticano con una certa regolarità studi sul suono affini alla modalità DILS. Per loro si tratta, sostanzialmente, dell’applicazione circostanziata, passo dopo passo, del metodo stesso collocato all’interno del repertorio flautistico, sia esso solistico, cameristico o orchestrale.

Il Dils3, infine, corrisponde in tutto e per tutto a un corso di perfezionamento avanzato, e si basa sullo studio analitico e profondo del repertorio più vasto, per la preparazione di concerti, concorsi, e per la costruzione passo passo di un reale controllo della letteratura più importante riservata al flauto. A tale livello possono accedere solo coloro che hanno già risolto, preferibilmente ma non necessariamente attraverso la tecnica DILS, la massima parte dei problemi inerenti la tecnica generale, sia digitale che d’emissione. Tale livello viene tenuto esclusivamente dal docente principale, con la collaborazione di alcuni codocenti, per uno sviluppo, all’interno di una lezione a parte, delle problematiche strumentali che volta per volta dovessero ancora emergere.

Composizioni per flauto traverso

FLAUTI BRICCIALDI ITALIA

Flauto traverso
Flauto traverso

WWW.BRICCIALDI.IT

Composizioni principali

Dettaglio dell’imboccatura
Alcune composizioni per flauto solo del periodo barocco

Partita per flauto solo BWV 1013 (Johann Sebastian Bach)
12 fantasie (Georg Philipp Telemann)
Alcune sonate per flauto e clavicembalo (oppure basso continuo) del periodo barocco

Sonata in si minore BWV 1030 per flauto e clavicembalo (J.S. Bach)
Sonata in la maggiore BWV 1032 per flauto e clavicembalo (J.S. Bach)
Sonata in mi minore BWV 1034 per flauto e basso continuo (J.S. Bach)
Sonata in mi maggiore BWV 1035 per flauto e basso continuo (J.S. Bach)
Sonata in sol minore BWV 1020 per flauto e clavicembalo (J.S. Bach, spuria; molto probabilmente di Carl Philipp Emanuel Bach)
Sonata in mi bemolle maggiore BWV 1031 per flauto e clavicembalo (J.S. Bach, spuria; molto probabilmente di C.Ph.E. Bach)
Sonata in do maggiore BWV 1033 per flauto e basso continuo (J.S. Bach, probabilmente spuria; il basso potrebbe essere stato aggiunto solo successivamente forse da C.Ph.E. Bach o da un allievo; alcuni la considerano del tutto spuria)
12 Sonate metodiche per flauto e basso continuo (Telemann)
Sonata in fa minore per flauto e basso continuo (Telemann)
Sonata in sol maggiore n.5 per flauto e basso continuo (Jean-Marie Leclair)
Sonata in si minore n.6 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonata in mi minore n.7 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonata in sol maggiore n.8 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonate op. 1 per flauto e basso continuo (Pietro Antonio Locatelli)
Vari concerti e sonate (Johann Joachim Quantz)
Alcune composizioni per flauto solo del primo periodo classico

Sonata in la minore Wq. 132 (C.Ph.E. Bach)
Alcune sonate per flauto e clavicembalo/fortepiano del primo periodo classico

Sonata “amburghese” in sol maggiore Wq. 133 (C.Ph.E. Bach)
Sonata in re maggiore Wq. 83 (C.Ph.E. Bach)
Sonata in mi maggiore Wq. 84 (C.Ph.E. Bach)
Alcuni concerti del periodo classico e tardoclassico

Concerto in re minore H. 426 (C.Ph.E. Bach)
Concerto in sol maggiore H. 44 (C.Ph.E. Bach)
Concerto in la minore H. 431 (C.Ph.E. Bach)
Concerto in la maggiore H. 438 (C.Ph.E. Bach)
Concerto in si bemolle maggiore H. 435 (C.Ph.E. Bach)
Concerto in sol maggiore KV 313 (Wolfgang Amadeus Mozart)
Concerto in re maggiore KV 314 (Mozart)
Concerto nº 2 in sol maggiore (François Devienne)
Concerto nº 7 in mi minore (Devienne)
Concerto n° 8 in sol maggiore (Devienne)
Concerto in sol maggiore op. 29 (Carl Stamitz)
Concerto in re maggiore (Franz Anton Hoffmeister)
Alcune composizioni classiche e tardoclassiche per flauto e fortepiano/pianoforte

Sonata in fa maggiore K. 376 (Mozart)
Sonata in do maggiore K. 296 (Mozart)
Sonata in fa maggiore K. 377 (Mozart)
Sonata in si bemolle maggiore K. 378 (Mozart)
Sonata in sol maggiore K. 379 (Mozart)
Sonata in mi bemolle maggiore K. 380 (Mozart)
Serenata op. 41 per flauto e pianoforte (Ludwig van Beethoven)
Sonata in si bemolle maggiore (Beethoven)
Grande sonata concertante in la minore op. 85 (Friedrich Kuhlau)
Introduzione, tema e variazioni op. 160 per flauto e pianoforte (Franz Schubert)
Alcune composizioni romantiche per flauto e pianoforte

Sonata in sol maggiore op. 54 (Antonin Reicha)
3 Romanze op. 94 (Robert Schumann)
Sonata sentimentale in mi bemolle maggiore op. 169 (Franz Ries)
Sonata Undine op. 167 (Carl Reinecke)
Suite op. 34 per flauto e pianoforte (Charles-Marie Widor)
Sonata in sol maggiore (Franz Danzi)
Alcuni concerti romantici per flauto e orchestra

Concerto in mi minore (Saverio Mercadante)
concerto in mi minore (Mercadante)
Concerto in re maggiore (Mercadante)
Concerto in re maggiore op. 283 (Reinecke)
Grande Polonaise in re maggiore op. 16 (Theobald Boehm)
Concerto op. 17 (Romberg)
Alcune composizioni moderne e contemporanee per flauto solo

Syrinx (Claude Debussy)
Density 21.5 (Edgard Varèse)
Image (Eugène Bozza)
Danse de la chèvre (Arthur Honegger)
Pièce (Jacques Ibert)
Trois Pièces (Pierre-Octave Ferroud)
Acht stucke (Paul Hindemith)
Sonata Appassionata in fa diesis minore op.140 (Sigfrid Karg-Elert)
Mei (Kazuo Fukushima)
Sequenza I (Luciano Berio)
Voice (Tōru Takemitsu)
Cinq Incantations (André Jolivet)
Pwyll (Giacinto Scelsi)
All’aure in una lontananza (Salvatore Sciarrino)
Come vengono prodotti gli incantesimi? (Sciarrino)
Canzona di ringraziamento (Sciarrino)
Lettera degli antipodi portata dal vento (Sciarrino)
Etude (Isang Yun)
Fioretten I (Dieter Acker)
Going message air (Marco di Bari)
Feundschoff (Karlheinz Stockhausen)
Scrivo in vento (Elliott Carter)
Cassandra’s Dream Song (Brian Ferneyhough)
Sgothan (James Dillon)
Midi (Franco Donatoni)
Trois Etudes (Gilbert Amy)
I pesci (Pascal Dusapin)
(T)air(e) (Heinz Holliger)
Doloroso (György Kurtág)
Cadenza da Dimensioni III (Bruno Maderna)
Voyelles (Lacaze)

FLAUTO TRAVERSO – COMPOSIZIONE

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I flauti traversi moderni sono strumenti in legno o più comunemente in metallo (alpacca placcata argento, argento, oro, platino) composti da 3 parti:

testata
corpo centrale
trombino (o, imitando l’inglese, piede)
I 3 pezzi vengono montati assieme tramite innesti a baionetta: lo strumento montato è lungo circa 65 centimetri con un diametro interno di circa due centimetri (lo spessore del materiale, nei flauti di metallo, è inferiore al millimetro, mentre è di alcuni millimetri per i flauti in legno). La testata è inserita nel corpo tramite un innesto lungo alcuni centimetri, che viene usato come dispositivo di accordatura: variando l’inserimento della testata nel corpo si regola la lunghezza complessiva dello strumento e, di conseguenza, l’intonazione. In passato questa tecnica veniva usata anche per variare la tonalità dello strumento, modificandone la nota fondamentale di diversi toni: questo però produce stonature nella tessitura dello strumento e la pratica fu abbandonata con l’avvento di strumenti completamente cromatici.

La testata è chiusa a un’estremità da un tappo dotato di un foro filetato che ne permette l’aggiustamento mediante la rotazione di una ghiera (“tappo a vite”) e la cui funzione è permettere il bilanciamento delle ottave, operazione che viene fatta raramente.

Il corpo contiene tutte le altre chiavi, con una disposizione che ammette alcune varianti. Le più popolari riguardano le chiavi del Sol che possono essere allineate (Sol in linea) o leggermente spostate verso l’esterno per una posizione più comoda delle dita (Sol fuori) e il cosiddetto “Mi snodato” o “Mi meccanico”, un dispositivo che facilita l’emissione del Mi5. Le opinioni dei flautisti su quest’ultimo dispositivo sono discordi: alcuni ne sono decisi assertori, altri ritengono che l’appesantimento della meccanica non sia compensato dalla facilitazione da esso introdotta.

Esistono due versioni di trombino: in Do (la più comune) porta tre chiavi comandate da un gruppo di leve, azionate con il mignolo della mano destra, che permettono di produrre le note Do3 Do♯3 (ottava grave) e Re♯3 (ottava grave e intermedia). Più rari sono i trombini discendenti al Si (Si2) essi sono più lunghi e hanno una chiave addizionale che viene comandata da una leva dedicata, inserita nel gruppo che comanda le altre chiavi. Oltre alla produzione del Si2, questa chiave, se presente, facilita notevolmente anche l’emissione del Do6 (la nota più alta dell’estensione standard del flauto).

FLAUTO TRAVERSO – COME VIENE PRODOTTO IL SUONO

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Flauto traverso
Flauto Traverso Briccialdi

Il suono viene prodotto dal flusso d’aria che si frange contro lo spigolo del foro di insufflazione presente sulla testata. In questo modo viene eccitata la colonna d’aria all’interno del tubo e ha inizio la vibrazione sonora. L’emissione di note di diversa altezza avviene chiudendo i fori, tramite le “chiavi” (i tasti) e controllando in questo modo l’altezza della colonna d’aria che viene messa in vibrazione. Le chiavi possono essere forate, per permettere effetti di glissato (passaggio da una nota all’altra senza salti tonali) ed una maggiore proiezione di suono.

L’emissione del suono, nel flauto, può essere variamente modificata. Oltre alle tecniche standard che consentono il legato e staccato, ottenute occludendo con la lingua il flusso d’aria, si hanno i cosiddetti doppi e tripli staccati: poiché la ripetizione della consonante /t/ oltre una certa velocità risulta molto difficoltosa, se non impossibile, la si alterna alla consonante /k/, raggiungendo in questo modo velocità anche molto elevate. L’uso del doppio e triplo staccato è cambiato secondo il gusto delle epoche: nel rinascimento e nel barocco, ad esempio, le consonanti velari /k/ e /g/ erano considerate aspre, adatte solo a certi tipi di affetti, e in loro vece si preferivano altre articolazioni come “did’ll” e “did’ldi” (Quantz), “te lé”, “te ré”, etc.

Un effetto molto suggestivo è il frullato (ted. Flatterzunge, fr. frappé o trémolo dental), tecnica che consiste nel soffiare pronunciando contemporaneamente le consonanti “tr”, “dr” o “vr” per far vibrare la parte anteriore della lingua oppure la consonante “r” (pronunciata come la “r” francese) per far vibrare la parte posteriore della lingua.

Un’altra tecnica eterodossa in uso nella musica jazz e rock, introdotta dal polistrumentista afroamericano Roland Kirk e resa famosa dal flautista britannico Ian Anderson, leader dei Jethro Tull, consiste nel cantare contemporaneamente all’emissione del suono. La nota cantata può essere all’unisono con quella emessa dallo strumento, ma anche a distanza di una terza maggiore, una quarta o una quinta. Il timbro dello strumento ne risulta assai modificato, diventando più scuro e pastoso ma con effetti stridenti soprattutto nel registro medio-acuto. Tra i vari gruppi progressive che hanno adottato questa tecnica in alcuni dei loro brani vanno ricordati i Focus, i Delirium e i New Trolls nell’album Concerto Grosso.

Altri effetti particolari ricorrenti in vari generi musicali sono ottenuti utilizzando il suono ottenuto chiudendo con forza le chiavi, soffiando nel flauto senza porlo in risonanza, utilizzando solo la testata o solo il trombino.